Cosa sono veramente le fondazioni? Perché sono così care ai partiti?
Le Fondazioni, oltre ad essere dei paradisi fiscali, veri e propri buchi neri dove scompaiono e appaiono milioni di euro praticamente senza controllo, sono da tempo diventate dei bacini di reclutamento dei politici.
Praticamente tutti i partiti ne hanno almeno una e tutti ci infilano dentro le mani: onorevoli, vertici di aziende, a volte la mafia, trombati dalla politica o nuovi adepti e tanti, tanti, tanti finanziatori (che ci tengono a restare guarda caso anonimi).
Oggi parliamo della Fondazione Open, uno dei think-tank di Matteo Renzi e di una buona parte del PD.
Nata dalle ceneri dell'indebitata fondazione Big Bang, utilizzata per foraggiare la campagna elettorale di Renzi, che chiuse con 500 mila euro di debiti per poi riaprire l'anno successivo, con la stessa struttura ma direttivo differente.
Oggi a capo della Fondazione Open ci sono:
- ALBERTO BIANCHI, diventato consigliere in Enel, consulente per la regione Toscana e Confindustra Firenze;
- LUCA LOTTI, scelto da Renzi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ne ricordiamo il padre, Marco Lotti, firmatario della concessione del mutuo del padre di Renzi;
- MARCO CARRAI, il braccio destro di Renzi, forse ve lo ricordate perché tra i regalini bloccati nell'ultima legge di Stabilità c'era pronto per lui lo sblocco dei lavori per l'aeroporto di Firenze, di cui è amministratore;
- MARIA ELENA BOSCHI, ministra delle #Schiforme costituzionali e non devo ricordarvi il caso di Banca Etruria.
Ma la parte ancor più imbarazzante della Fondazione Open sono i finanziamenti e i finanziatori.
Il patrimonio iniziale è passato da 20 mila euro a 2.803.000 di euro, solo nel 2014 ha incassato 1 milione e 200 mila euro.
Il finanziatore n°1 è stato Fabrizio Landi, che è passato dal fare un bonifico di 10.000 euro nel 2012 ad essere nominato conel CDA di Finmeccanica nell'Aprile del 2015.
Il primo donatore per euro "investiti" è il colosso British American Tobacco, con 100mila euro di contributo.
Poi ci sono parlamentari, varie case di cura e ospedali privati, fondi di capitali italiani ed esteri, dirigenti pubblici (come il nuovo manager della RAI Campo Dell'Orto), holding, società aeroportuali, Spa ed Srl.
La legge italiana, permette ai "benefattori" delle fondazioni che ne fanno richiesta di rimanere anonimi. E così questi fanno.
Un terzo dei finanziatori di Renzi resta anonimo e per il presidente del Consiglio va tutto bene. L'importante è che paghino.
La raccolta fondi è aumentata di 140 volte da quando ha aperto i battenti, ma alcuni sostenitori e aziende oggi lavorano, curiosamente, per e con la pubblica amministrazione. Altri ricoprono cariche dirigenziali.
In ogni legge o decreto ci ritroviamo dozzine di emendamenti porcata fatti su misura proprio per questi "amici".
Come diceva Andreotti, mentore del Renzi, a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina.
Il PD non impone ai suoi benefattori alcuna trasparenza, ma oggi sempre di più diventa chiaro come funzionano queste situazioni.
Completamente opache.
Domani sarà il turno della Fondazione Italiani Europei di D'Alema, nella quale compaiono nomi piuttosto inquietanti...
FONTE ---> https://www.facebook.com/sorial.giorgio/photos/a.675255502491714.1073741825.673589539324977/1227314603952465/
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