martedì 8 settembre 2015

VOGLIONO FARCI INGOIARE OGM. NON GLIELO PERMETTEREMO MAI



Domanda: Il TTIP obbligherà l'UE a modificare la sua legislazione in materia di organismi geneticamente modificati?
Risposta: No. Le norme comunitarie fondamentali in materia di OGM non sono negoziabili. Non saranno modificate dal TTIP.

Il questionario riportato dal sito del Parlamento Europeo per rincuorare i cittadini sui pericoli del TTIP recitava così. Ebbene, oggi - senza paura di smentita - possiamo affermare che il suddetto questionario era un'accozzaglia di menzogne.

La Commissione Europea, infatti, quando vuole aggirare i regolamenti a favore delle lobby sa muoversi molto bene. Il caso che potrebbe scoppiare nelle tavole dei cittadini europei sugli OGM è un esempio emblematico. Gli organismi geneticamente modificati sono praticamente vietati nella UE, ma permessi in USA e in Asia. Dunque, con il TTIP alle porte, i burocrati europei devono trovare soluzioni (in concertazione alle multinazionali del biotech) per insabbiare decisioni altamente impopolari. La lettera pubblicata da "Friends of the Earth Europe" svela i "magheggi" della Commissione Europea per cercare di evitare i controlli di sicurezza alimentare in caso d'importazione di prodotti contaminati da OGM. L'oggetto della missiva consegna all'EFSA (Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare) il compito d'indagare su una "possibile deroga rispetto agli attuali requisiti" necessari all'approvazione di alimenti e mangimi con bassi livelli di OGM.

SCARICA QUI IL DOCUMENTO ORIGINALE

COSA DICEVANO LE ISTITUZIONI?
La Commissione Europea aveva ripetutamente affermato che il TTIP non influenzerà i controlli e gli elevati standard europei sugli alimenti. Questi documenti vanno nella direzione esattamente opposta. Il famoso accordo internazionale di libero scambio, infatti, potrebbe trasformarsi nel cavallo di Troia delle multinazionali che vogliono speculare sul protetto mercato europeo. Al momento, infatti, le importazioni di alimenti che contengono tracce di organismi transgenici non autorizzati in UE sono rigorosamente vietate: le regole ammettono al massimo una presenza di OGM dello 0.9%, ma solo in caso di colture autorizzate nel continente.

DUE INDIZI FANNO UNA PROVA
Se qualcuno avesse dubbi sulla strategia che la Commissione Europea vorrebbe usare per avvelenare le tavole di milioni di cittadini europei, esistono delle mail (pubblicate lo scorso luglio sul sito del "Corporate Europe Observatory") che descrivono un incontro fra le lobby dell'industria biotech e numerosi pezzi grossi europei. In sintesi, le associazioni di sementi ASTA (americana) ed ESA (europea), trainate dalle ben note Monsanto, Syngenta, Bayer, BASF, Limagrain e Du Pont/Pioneer, stanno spingendo per ottenere che i prodotti transgenici cosiddetti di "prossima generazione" sfuggano alla legislazione europea e vengano perciò autorizzati senza alcuna etichettatura. Qualche giorno dopo il meeting, i delegati europei hanno inviato una mail ai colleghi della DG SANCO (ovvero il ramo della Commissione Europea dedicato) con le richieste delle aziende: "Le associazioni dei semi si concentrano su tre temi prioritari per il TTIP: aspetti fitosanitari e ruolo che il gruppo di lavoro bilaterale può svolgere in questo senso, nuove tecniche di allevamento delle piante (non vedono specifiche esigenze di regolamentazione) e presenza di OGM nelle sementi convenzionali".

IL CETA COME PRELUDIO AL TTIP?
L'accordo commerciale UE-Canada (CETA) appena concluso e in attesa di ratifica del Parlamento Europeo è il testo su cui la Commissione si sta basando per i negoziati sul TTIP. Il testo del CETA propone di "cooperare a livello internazionale su questioni relative alle biotecnologie come la presenza a basso livello di organismi geneticamente modificati". Ma quel "basso livello" a cui si fa riferimento è una terminologia troppo generica. Come specificato prima, l'UE dispone già di vincoli stringenti in materia di OGM che potrebbero quindi essere stracciati.

GRECIA E LETTONIA HANNO GIA' DETTO NO
Avvalendosi della clausola di "opting-out", la Grecia e la Lettonia si sono già opposte alla coltivazione di OGM sul suolo nazionale. Sulla materia, infatti, esiste un'opzione di uscita, attraverso cui gli Stati possono finalmente far valere la loro sovranità a scapito delle potenti corporation del settore. A livello europeo sorprende che l'Italia non si sia ancora mossa a tutela delle sue tipicità, note in tutto il mondo. Aspetteremo con ansia le prossime mosse del Governo Renzi, sperando che almeno su un tema così delicato - che tocca la salute di generazioni di europei - non si facciano solo proclami.

L'AZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Intanto, i portavoce in Europa del M5S stanno portando avanti la battaglia anti-OGM (e anti-TTIP) in tutte le sedi possibili. La clausola "opting-out" verrà discussa anche a livello nazionale tramite il lavoro dei portavoce di Camera e Senato, partendo dal territorio e quindi dai Comuni, coinvolgendo tutta la base del Movimento 5 Stelle. Noi non ci arrenderemo mai e non abbasseremo la guardia. Il cittadino tornerà al centro di questa Europa.

Ascolta la denuncia della portavoce Eleonora Evi:




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