Il settore della Sanità pubblica non può subire riduzioni di spesa: al contrario, i finanziamenti devono aumentare di anno in anno. Lo stabilisce il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva svolta dalla Camera dei Deputati a giugno 2014: "L'incremento degli oneri è inevitabile in tutti i sistemi sanitari, in quanto determinato dall’introduzione di nuove tecnologie e dall’invecchiamento progressivo della popolazione”.
Renzi continua a ripetere di aver stanziato 1 miliardo di euro in più, ma questo significa che ha diminuito i fondi e vi spiego perché.
Le risorse che il Governo si era formalmente impegnato a stanziare, dopo anni di tagli consecutivi alla Sanità, erano pari a 115,4 miliardi. Affermare che si è passati dai 110 miliardi dello scorso anno agli attuali 111 miliardi vuol dire ingannare i cittadini: all'appello mancano infatti ben 4 miliardi e 400 milioni di euro.
Renzi ha tagliato le risorse previste quando l'Italia spende già meno della Germania e della Francia. E non basta: spendiamo meno anche di Grecia e Portogallo, che investono il 9% del Pil nella sanità pubblica mentre noi lo scorso anno abbiamo stanziato solo il 6,9%.
Ecco perché il Patto per la salute prevedeva di aumentare a 115,4 miliardi di euro i fondi al sistema sanitario. Invece continuiamo a spendere poco e male, visto che solo la corruzione nella sanità ci costa 6 miliardi ogni anno. Ed è questa l’unica cosa che Renzi non ha tagliato.
Qui il link all'indagine conoscitiva della Camera, con il passaggio sulla spesa sanitaria a pagina 98: http://www.riccardofraccaro.it/wp-content/uploads/2015/11/leg.17.stencomm.data20140604.U1.com0512.indag_.c0512_tutela.0011.pdf
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