mercoledì 12 novembre 2014

LA VERA SFIDA PER SVILUPPO ECONOMICO ED OCCUPAZIONALE VIENE DALLA GREEN ECONOMY

La vera sfida per lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese viene dalla green economy. E’ quanto sostiene Conai nello studio “Ricadute occupazionali ed economiche nello sviluppo della filiera del riciclo dei rifiuti urbani”, presentato nell’ambito del gruppo di lavoro 2 della 3° edizione degli Stati Generali della Green Economy, il cui tema centrale di quest’anno era “Lo sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana”. Lo studio realizzato da Conai, in collaborazione con Althesys, valuta quali ricadute occupazionali ed economiche per il nostro Paese si possano conseguire con il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, che fissano al 50% il riciclo dei rifiuti urbani.
Ad oggi, la situazione italiana nella gestione dei rifiuti urbani è ancora eterogenea. A livello Paese circa un terzo dei rifiuti urbani è avviato a riciclo e il ricorso alla discarica supera di poco il 40%: al Nord viene conferito in discarica solo il 22% dei rifiuti a fronte del 60% delle Regioni del Sud.
Lo studio di CONAI elabora due possibili scenari. Il primo scenario è definito teorico e prevede il raggiungimento del 50% del riciclo dei rifiuti urbani nelle tre macro aree Nord, Centro e Sud ed il conseguente sostanziale superamento del ricorso alla discarica.
Il secondo scenario, definito prudente, tiene conto delle attuali differenti situazioni ed ipotizza il raggiungimento di un tasso medio nazionale di riciclo dei rifiuti urbani al 50%, con punte minime al 40% e punte massime al 61%. In questo scenario, il conferimento in discarica si ridurrebbe di 4 milioni di tonnellate, ovvero rispetto al 2013 del 20% al Centro Sud e del 10% al Nord.
Nello scenario prudente, gli addetti aggiuntivi (occupazione diretta e indiretta) della filiera del riciclo (raccolta differenziata, trasporto, selezione e riciclo al netto dell’occupazione persa in altri settori, come per esempio le discariche) sarebbero circa 76.400, cui si andrebbero ad aggiungere ulteriori 12.600 posti creati dalla nuova necessaria infrastruttura impiantistica, per un totale di 89.000 nuovi posti di lavoro.
Gli effetti occupazionali sarebbero più evidenti al Centro e al Sud, grazie al solo decollo della raccolta differenziata, mentre al Nord il maggiore impatto occupazionale si avrebbe nell’implementazione dell’industria del riciclo.



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