Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha incontrato oggi, lunedì 28 ottobre, l’Assessore alla Salute Mario Mantovani e il Direttore Generale Salute Walter Bergamaschi per chiedere l’avvio di una sperimentazione, presso una o più strutture ASL, che svincoli la sanità lombarda dal paradigma della remunerazione a prestazioni.
“Per il Movimento 5 Stelle – spiega la consigliera regionale Silvana Carcano –
il sistema sanitario non si può più permettere un aumento della spesa sanitaria a carico della fiscalità, senza una rivisitazione degli obiettivi ai quali orientarsi. Gli erogatori del sistema sanitario non devono essere spinti a fare più prestazioni, ma a migliorare il livello di salute degli assistiti. Il sistema di remunerazione a prestazione degli attori sanitari ha fatto crescere enormemente l’offerta sanitaria ma al contempo ha prodotto e produce numerose distorsioni. Oltretutto, il consumatore ha un limite informativo che non gli consente di adottare le scelte tendenzialmente più razionali nell’acquistare le prestazioni più utili alla sua salute. Infine, ad oggi, non esistono ancora strumenti efficaci per stabilire se una prestazione è necessaria o no. Questo sistema ha fatto crescere enormemente i costi della sanità anche perché si è cercato di ovviare alle distorsioni del sistema con apparati di controllo sanitario e amministrativo molto costosi, quanto inefficaci”.
“Nel corso dell’incontro con l’Assessore abbiamo proposto di sperimentare, almeno in una ASL, un paradigma nuovo, e cioè un sistema di remunerazione-finanziamento che “paghi la salute” e non la malattia. L’idea è quella di non incentivare le prestazioni di per sé, ma di inseguire livelli più alti di salute per la popolazione ottimizzando le risorse e premiando gli attori in grado di favorire questo risultato e cioè i medici con pazienti sani”, continua Carcano.
“Consentire alla popolazione di vivere più a lungo e in buona salute – aggiunge la portavoce del Movimento 5 Stelle – non è sinonimo di più prestazioni. Per questo proponiamo un sistema remunerativo-di finanziamento basato essenzialmente su quote capitarie pesate per longevità per ogni singola persona che aiutino a focalizzare l’operato del medico sulla prevenzione e sul miglioramento negli stili di vita. Il medico di famiglia diventa così un soggetto attivo della prevenzione”.
“L’Assessore e il Direttore Generale si sono mostrati attenti al tema e hanno apprezzato la novità del progetto presentato rendendosi disponibili, dopo una riflessione, ad un altro incontro per valutare l’opportunità della sperimentazione da noi richiesta, affinché il sistema di premio degli attori sanitari sia allineato con gli obiettivi fondamentali del Servizio Sanitario: la salute e la rassicurazione dei cittadini, la soddisfazione degli assistiti e l’equilibrio economico-sostenibilità del sistema sanitario”, conclude Carcano.
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