giovedì 15 settembre 2016

QUELLO CHE NON DICONO DI ROMA: 33 DELIBERE IN DUE MESI

La giunta 5 Stelle parte a rilento, ma il delegato all’Urbanistica rivendica: “Abbiamo già fatto cose attese da anni”. Ed è così. 33 delibere non sono molte, ma sono pesantissime e importanti. Alcune attese addirittura da anni a Roma.
Ma i Tg sono troppo impegnati a buttare gratuitamente (…e forse neanche tanto gratuitamente) fango sulla Raggi e pubblicizzare il fumo che vende Renzi per darVi queste notizie !


Il provvedimento più rilevante approvato finora dalla giunta Raggi è di fatto l’assestamento di bilancio sfornato entro la scadenza di fine luglio, con un saldo di finanza pubblico pari a 1,6 milioni di euro. Sono stati inoltre reperiti in corsa, sempre grazie all’operazione di pulizia del bilancio avviata da Minenna, i primi 18 milioni dei 54 destinati ai materiali rotabili di Atac («spariti», secondo quanto riferito da Raggi stessa) necessari per avviare i lavori di manutenzione sulla metro A. Disco verde anche al protocollo d’intesa con il ministero dei Trasporti sul grande raccordo anulare delle bici, una delle 4 ciclovie d’interesse nazionale il cui costo è stimato tra i 4 e i 6 milioni, e quello per la gestione dei beni sequestrati e confiscati, che attiva un tavolo ad hoc coordinato dal tribunale di Roma. In porto, nonostante i tempi stretti, sono andati i progetti da oltre 50 milioni per partecipare al bando sulla riqualificazione delle periferie, che scadeva il 29 agosto e vale 40 milioni per ogni area metropolitana. Sì anche all’istituzione della rete dei punti “Roma facile”, centri d’accesso assistiti per i servizi digitali. È stata invece l’assemblea capitolina, che si è riunita in tutto sei volte (due per approvare l’assestamento e le linee programmatiche di Raggi) a varare la delibera sulla riqualificazione dell’area della ex Fiera di Roma, con il ridimensionamento dell’intervento urbanistico dai 67.500 metri quadrati previsti dalla giunta Marino a 44.360 metri quadrati.

Se sui trasporti l’altro gol è stato lo sblocco dell’acquisto in leasing di 150 nuovi autobus (i primi 40 arriveranno a novembre), va risolto subito il nodo della manutenzione del parco attuale, funestato dai guasti, per garantire un aumento delle corse. E in cantiere c’è una riforma per la mobilità sostenibile, cavallo di battaglia del M5S, che va dalle pedonalizzazioni all’aumento delle corsie preferenziali.

Ma è sulle nomine che Raggi ha inciampato. Dalle primissime, effettuate il 28 giugno con una delle 62 ordinanze firmate finora, su cui la sindaca ha dovuto fare retromarcia otto giorni dopo (l’attuale vicesindaco Daniele Frongia era stato nominato capo di gabinetto, vice capo vicario Raffaele Marra), alle ultime. La prima nomina transitata dalla giunta – dove sindaca e assessori hanno esordito il 19 luglio – è stata quella dell’amministratore di Ama, già dimissionario, seguita dall’ex capo di gabinetto Carla Raineri, cui era stato riconosciuto un compenso di 193mila euro annui. Era il 5 agosto, da allora sono seguite altre 19 nomine (con dieci provvedimenti) per comporre gli staff, più due delibere relative ai vertici Ama. Il 9 agosto – mentre l’allora responsabile delle risorse umane Laura Benente era in ferie (subito dopo è tornata all’Inps di Torino, da cui era stata “comandata” nella capitale in epoca Marino e Tronca) – è stata approvata la delibera più controversa, che oggi in giunta dovrebbe essere rivista: quella con cui è stato nominato capo segreteria di Raggi il funzionario comunale Salvatore Romeo, fedelissimo della sindaca, di Frongia e di Marra, collocato in aspettativa e riassunto con stipendio triplicato da 40mila a 120mila euro. La giunta odierna dovrebbe sforbiciare il suo compenso in modo che non superi i 60mila euro e cancellare le deleghe che gli erano state assegnate: curare i rapporti con l’esecutivo capitolino e con le partecipate. Mentre Marra andrà proprio al personale, almeno fino a ottobre, al posto di quella Benente con cui si era sempre scontrato.




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