martedì 20 settembre 2016

LA 'NDRANGHETA UCCIDE ANCHE I BAMBINI: DOMENICO DODO' GABRIELE 25/06/2016 AVEVA ANNI 11

DOMENICO DODO' GABRIELE - ANNI 11 - MORTO A CROTONE IL 20 SETTEMBRE 2009
(bambino ucciso sul campo di calcetto)

CROTONE - Sono stati arrestati i presunti assassini di Domenico Gabriele, il bambino di 11 anni ferito alla testa con un colpo di arma da fuoco il 25 giugno dello scorso anno in un campo di calcetto a Crotone e morto dopo tre mesi di agonia. Si tratta di Andrea Tornicchio, 20 anni, e Vincenzo Dattolo, 26, entrambi ritenuti elementi di spicco del clan Tornicchio. Andrea, in particolare, è fratello di Francesco Tornicchio, 31 anni, che gli inquirenti considerano il capo cosca, detenuto dalla fine del 2008. Andrea, secondo gli inquirenti, in questo periodo, nonostante la giovane età, avrebbe svolto il ruolo di reggente.



I due arrestati sono stati incastrati dai riscontri dei tabulati dei loro telefoni cellulari, che li collocano nella zona della sparatoria all'ora della strage. Ma soprattutto dalle intercettazioni ambientali e telefoniche in carcere, in cui sarebbero schiaccianti le prove a loro carico. In una, in particolare, Francesco Tornicchio plaude alla sparatoria perché si doveva far capire che a Cantorato, quartier generale del gruppo criminale, "dove passano i Tornicchio trema la terra e canta la lupara".

La Dda di Catanzaro ha contestato ai due il reato di strage anche sulla base della perizia balistica effettuata da Paolo Romanini (lo stesso che ha lavorato al caso dell'omicidio di Marta Russo) che ha concluso sostenendo che chi aveva sparato lo aveva fatto nella piena consapevolezza di poter uccidere un numero imprecisato di persone. Nell'agguato furono sparati cinque colpi di fucile caricato a pallettoni.

Nell'ambito dell'operazione, altri cinque ordini di custodia cautelare sono stati eseguiti a carico dello stesso Francesco Tornicchio, detenuto nel carcere di Spoleto in regime di 41 bis, Luigi Tornicchio, 33 anni, Carolina Amodeo, 52 anni, madre dei Tornicchio, Piero Maneli, 21 anni, e Francesco Benincasa, 46 anni. Un altro provvedimento restrittivo è stato notificato a un minore, accompagnato presso un centro di accoglienza a disposizione dell'autorità giudiziaria. Per tutti, a vario titolo, le accuse sono di strage, associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, munizioni e materiale esplodente, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato.


"Ringrazio le forze dell'ordine, che ci sono state vicine anche con umanità" dice Francesca Gabriele, la mamma di Domenico, appresa la notizia che i carabinieri del comando provinciale di Crotone avevano scoperto gli autori della sparatoria. "Tutti chiamano al telefono - racconta la donna - vengono a casa contenti perché iniziano a credere nella giustizia. Anche io ci credo, l'ho sempre fatto, anche nei peggiori momenti di scoraggiamento, ma avrò pace soltanto dopo il processo, quando sentirò la sentenza di condanna. La giustizia deve essere fatta fino in fondo, mio figlio deve avere giustizia". Sulla stessa scia anche il papà di Domenico, Giovanni Gabriele: "Ora continuiamo con più coraggio ad aspettare giustizia, la condanna di chi ha sparato. Intanto diciamo grazie alle forze dell'ordine e ribadiamo che ci costituiremo parte civile".

"Lo Stato, oggi, ha dato la dovuta risposta a quella che ritengo sia stata la più cruenta azione criminale condotta dalla 'ndrangheta, quanto meno nel crotonese", commenta Sandro Dolce, il magistrato che ha coordinato le indagini. "Mi rendo conto - aggiunge - che è una risposta che non può minimamente lenire il grande dolore dei genitori, ma è la risposta che lo Stato doveva a questa famiglia alla quale va il mio pensiero".

Quel 25 giugno 2009, il povero Domenico Gabriele stava giocando a pallone nella polisportiva Central Park, in località Margherita, quando un gruppo di sicari entrò in azione. L'obiettivo del blitz era Gabriele Marrazzo, 35 anni, che fu ucciso sul colpo. I killer, però, spararono all'impazzata, ferendo anche altre nove persone, tra le quali Domenico, che morì il 20 settembre nell'ospedale di Catanzaro.

L'azione, secondo gli investigatori, venne decisa per "risolvere" alcuni contrasti interni alla cosca Tornicchio. Probabilmente Marrazzo, rientrato da un anno dalla Germania dove era emigrato, stava cercando di assumere un ruolo di maggiore importanza all'interno dell'organizzazione e per questo fu deciso di ucciderlo.

I provvedimenti notificati stamani costituiscono la prosecuzione delle indagini che il 25 settembre scorso portarono all'arresto di 14 presunti affiliati alla cosca Tornicchio, tra i quali vi sono i sette raggiunti oggi dal nuovo provvedimento.

L'operazione di settembre aveva portato all'identificazione dei presunti responsabili dell'omicidio di Michele Masucci, un operaio di 34 anni ucciso il 29 novembre del 2007 a Strongoli con alcuni colpi di fucile alla testa mentre si trovava al lavoro nello stabilimento dell'azienda Biomasse Italia. Anche in quel caso, secondo quanto emerso dalle indagini, il movente sarebbe stato un contrasto all'interno della cosca.

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