"Oggi tutti a designare le colpe o i pregi di chi ha dato un parere positivo sul voto alla Brexit, sull’uscita della Britain exit dall’Unione Europea. La popolazione è divisa in ignoranti e intelligenti, dando ai primi l’accostamento di coloro che hanno votato per l’uscita, perché è certo il pensiero che il popolo che sbaglia sia formato da ignoranti e con questo voto, possiamo convenire che l’ignoranza sia superiore all’intelligenza.
Il termine ignoranti indica la mancanza di istruzione e di cultura da parte di chi non ha una istruzione e notoriamente UN POPOLO IGNORANTE NON RAGIONA, MA UBBIDISCE, questo era il pensiero di Francesco De Sanctis nel 1860 parlando del regime Borbonico, ma è anche il pensiero applicativo di molti governi odierni, nonostante sia salita la cultura nei cittadini.
Per questi motivi i governi hanno timore dei referendum, dove l’ignoranza può cambiare le idee intelligenti dei governanti, ma forse le persone intelligenti non sanno spiegare bene ai popolani ignoranti le loro idee intelligenti.
Quello che invece vorrei fare è cercare di capire chi sono veramente gli ignoranti e qual’è il rapporto che si instaura tra docente e discente, tra l’insegnante e colui al quale si insegna.
Gli ignoranti sono proprio quelli che noi crediamo o immaginiamo tali? Non sono forse proprio loro, gli ignoranti o i cosiddetti ignoranti, che oggi ci insegnano? Ma se gli insegnati sono ignoranti, come possiamo pensare che gli ignoranti possano capire dagli insegnati ignoranti? Sicuramente rimarrebbero ignoranti.
Per queste ragioni credo che alla fine è ignorante solo colui che pensa sia l’altro ignorante perché ha votato diversamente da quello che gli hanno fatto credere da parte di chi vuol tenere ignorati i popoli. La verità è che oggi la povertà è aumentata e forse per questo, stiamo ritornando ignoranti, perché alla fine ignoriamo la verità…".
(fonte: web)
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