Dal petrolio all'olio artistico. Marco Alverà è uscito da qualche settimana dall'Eni dove ricopriva un ruolo-chiave, quello di chief midstream officer. Alverà, con un passato in Goldman Sachs, era stato promosso nel cane a sei zampe sotto la gestione Paolo Scaroni che già lo aveva voluto in Enel. Il manager è da pochissimo diventato socio col 16,67% di Artitude, società veneziana che ha come attività il commercio di opere e soggetti d'arte e la realizzazione di progetti ed eventi artistici e culturali. I soci di Alverà junior, tutti con quote paritarie, sono Mario Franchini, managing director di Saipem in Libia e e il fratello Luigi, che nel 2009 ha dato vita a The Pool Nyc, una sorta di galleria d'arte “itinerante”. Il terzo socio è Igino Rocchio, figlio del defunto Stefano, che fu amministratore delegato di Pilkington in Italia, gruppo vetrario di cui Scaroni fu chiex executive officer. Il quarto azionista, infine, è Vettor Marcello del Majno, patrizio veneziano che nel 2011 lanciò a Milano la galleria Spazio Morris, oggi chiusa. Marco Alverà è figlio di Alvise, patriarca di una nobile famiglia veneziana, già consigliere della Fondazione Musei Civici di Venezia. Papà Alverà e Scaroni, amici da anni e soci del golf di Cortina, avevano costituito un anno fa la Strategic Investments che avrebbe dovuto occuparsi di consulenza e investimenti.
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