mercoledì 2 settembre 2015

LA PLASTICA NEL PIATTO


Per uno shopper abbandonato in mare servono 10-20 anni per decomporsi completamente, per una bottiglia di plastica ne servono circa 450, per una cicca di sigaretta da 1 a 5 anni e per una lattina d’alluminio circa 200 anni.
Ogni anno circa il 10% delle 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte finisce in mare: il 20% da navi e piattaforme, l’80% da terra. In totale si tratta di 46mila pezzi di plastica galleggianti in ogni miglio quadrato di oceano, un vero e proprio mare d’immondizia lungo circa 2.700 km.
Secondo i dati raccolti dal WWF nel dossier “Spiagge d’Italia: bene comune, affare privato”, nel mar Mediterraneo ci sarebbero 3 miliardi di rifiuti galleggianti o addensati sui fondali, di cui il 70-80% costituiti da plastica: sacchetti, bottiglie, sigarette e mozziconi. Ma cosa dire quando la spazzatura si fa microscopica e quindi invisibile? Il processo di fotodegradazione fa proprio questo: disintegra la plastica in frammenti sempre più piccoli, ma che mantengono la caratteristica struttura polimerica. Il processo può proseguire fino a livello molecolare, senza che i polimeri vengano spezzati: cosa che li rende, di fatto, non biodegradabili (la loro durata di vita supera in media i 500 anni). Questi frammenti saranno ad un certo punto così piccoli da divenire una zuppa di plastica pronta per essere ingerita dagli organismi acquatici e la poltiglia invisibile quindi avrà effetti tossici sulla fauna marina e conseguente rischio di contaminazione della catena alimentare. La busta di plastica che qualcuno ha gettato in mare un anno fa potrebbe ricomparire nel nostro piatto sotto forma del pesce che stiamo per mangiare. Il nuovo regime alimentare, un cocktail micidiale per la fauna marina, avrebbe già intossicato 267 specie colpite in tutto il mondo, tra queste l’86% delle diverse specie di tartarughe marine, il 44% di tutte le specie di uccelli marini e il 43% delle specie note di mammiferi marini ma a detta degli stessi ricercatori questi dati potrebbero essere addirittura sottostimati. Si stima inoltre che i rifiuti plastici stiano uccidendo la vita marina nell’ordine di un milione di uccelli e 100.000 mammiferi all’anno, per avvelenamento e per soffocamento.

Qui il dossier del wwf
http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/spiaggeitalia_13lug12_pdf.pdf



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