Sono 481 i chili di rifiuti pro capite prodotti in media nell’Ue nel 2013 contro i 491 chili prodotti in Italia. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Eurostat sulla produzione e lo smaltimento dei rifiuti nell’Unione.
Il 31% dei rifiuti è finito in discarica, il 28% è stato riciclato, il 26% è stato incenerito, mentre il 15% è stato recuperato con il compostaggio degli scarti organici.
A livello nazionale, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti varia sensibilmente da paese a paese. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, nel 2013 i più virtuosi sono stati i cittadini romeni, estoni e polacchi, con meno di 300 kg di rifiuti prodotti a testa, seguiti da sloveni, cechi e lettoni, con poco più di 300 kg di scarti pro capite. Sul fronte opposto si colloca la Danimarca, con 747 kg di rifiuti a persona, seguita da Lussemburgo, Cipro e Germania, con più di 600 kg di scarti prodotti da ogni cittadino. Irlanda, Austria, Malta, Francia, Paesi Bassi e Grecia, invece, superano la media europea, con un quantitativo di rifiuti pro capite compreso tra 500 e 600 kg.
Guardando ai metodi di smaltimento dei rifiuti, più di un terzo degli scarti è stato riciclato in Slovenia (55%), Germania (47%), Belgio (34%), Irlanda (34%) e Svezia (33%). Il compostaggio,invece, è stato prediletto da Austria (35%), Paesi Bassi (26%), Belgio (21%) e Lussemburgo (20%). Più della metà dei rifiuti è stato incenerito in Estonia (64%), Danimarca (54%) e Svezia (50%), mentre Romania (97%), Malta (88%), Croazia (85%), Lettonia (83%) e Grecia (81%) hanno registrato il più alto tasso di scarti destinati alle discariche. In Italia, invece, il 26% dei rifiuti è stato riciclato, il 15% compostato, il 21% incenerito e il 38% destinato alle discariche.
Qui la sintesi del rapporto (in inglese)
http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Municipal_waste_statistics
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