Mi ripugna l'idea stessa di trasformare il proprio corpo in un ordigno assassino per dare la morte a se stesso e agli altri. Non ho fatto l'elogio del kamikaze ma, al contrario, ho denunciato l'orribile ideologia che, sfruttando la disperazione e l'ignoranza, lo ha portato a trasformarsi in una bomba umana. Sono contro il fanatismo e, nella mia idea di società laica e plurale, non c’è spazio per il fondamentalismo religioso. E questo lo voglio ribadire con forza.
Detto questo, se le mie parole hanno soltanto minimamente offeso i familiari delle vittime di Nassiriya, chiedo scusa a loro perché questo non era in modo alcuno mia intenzione. Come abbiamo scritto ieri, insieme agli altri miei colleghi in Commissione difesa, sappiamo distinguere molto bene chi, come i nostri militari, ha assolto fino al supremo sacrificio al proprio dovere e chi, invece, dal Governo e dal Parlamento ha la responsabilità di aver portato l'Italia in Iraq in una guerra illegittima e crudele che ha amplificato le sofferenze di quel popolo.
Lo dico sommessamente: in un Paese normale a fare scandalo dovrebbero essere le lacrime del Ministro della difesa dell'epoca, versate ieri in Parlamento, per aver portato l'Italia in guerra in base ad una menzogna, l'esistenza di armi di sterminio di massa, e dal quale ancora non abbiamo sentito le scuse. Tali scuse sarebbero invece doverose sia nei confronti dei nostri militari che ci hanno lasciato la pelle sia nei confronti del popolo iracheno che continua ancora oggi a versare sangue innocente.
Emanuela Corda
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