martedì 29 ottobre 2013

TG RAI: i dati della vergogna sulla censura al M5S


In Commissione di Vigilanza Rai è proseguita l'audizione con il dg Rai Gubitosi e la Presidente Tarantola e si è parlato di un tema noto a molti: il "contratto di servizio pubblico."

La precedente seduta si era conclusa col dg Rai e gli altri partiti in commissione che sostenevano che non ci fosse e non ci fosse mai stata, lottizzazione e influenza politica in Rai. Definire quest'affermazione"ridicola", è evidentemente riduttivo.

Il M5S ha cercato di sottolineare gli impegni che la Rai si assume col contratto di Servizio pubblico. Ecco cosa intendiamo dire:


Il contratto di servizio pubblico radiotelevisivo in vigore prevede una tv che rispetti i principi costituzionali, produca un'informazione rispettosa del pluralismo, equilibrata, imparziale.


- Prevede che ci sia una "missione culturale" dei programmi sia d'intrattenimento che d'informazione per far crescere ed evolvere culturalmente il Popolo italiano, nel rispetto delle minoranze culturali, religiose, sociali e contro ogni discriminazione.

- Prevede il rispetto dei lavoratori interni ed esterni, l'efficace investimento nella struttura dell'azienda e la valorizzazione delle risorse interne.

- Prevede la qualità e soprattutto la trasparenza delle modalità produttive, dei compensi e dell'organigramma RAI.

Tutto ciò è completamente disatteso.

Il M5S, dai dati dell'Osservatorio di Pavia (Istituto di ricerca e rilevamento tv), è assente o quasi dai Tg e dalle rubriche d'informazione politica.

l dati dal 12-18 ottobre parlano chiaro.

Il Movimento 5 Stelle ha una presenza sui Tg Rai pari al circa il 3,3%, di contro il PD sta al 18% e il PDL al 13%...siamo a pari con Scelta Civica (che anzi in alcune tabelle ci supera pure), meno del 10% di elettori valgono più di oltre il 25% del M5S.

Dove è una informazione pluralista, equilibrata, imparziale come prevede il contratto Rai?

I dati oscillano di mese in mese e magari saliamo un po' ma il divario tra il M5S e Pd-Pdl resta sempre proporzionalmente inaccettabile.

A questo aggiungiamo, nessuna trasparenza sui compensi,insufficiente su organigramma e modalità produttive.

Ancora lavoratori esterni e precari sfruttati e pagati male, a fronte di risorse interne avvilite e sotto utilizzate ed esternalizzazioni e consulenze costosissime.

La Rai, in attesa di una riforma profonda e completa della governance, deve cambiare rotta e smetterla di essere solo uno strumento utile ai partiti per consolidarsi al potere e distribuire ad amici e clientele denaro pubblico.

La Rai dovrebbe invece accompagnare i cittadini italiani verso una nuova era dell'informazione e dell'intrattenimento sul web (che tra l'altro stiamo già vivendo e la Rai è già in mostruoso ritardo) e rinnovarsi nelle tecnologie, nei contenuti, nei linguaggi, favorendo la crescita professionale dei giovani grazie alla valorizzazione delle esperienze decennali e delle competenze presenti in azienda. Instaurando un sano rapporto di appalto e committenza con le società di produzione nazionali per far crescere economicamente l'azienda e il tessuto produttivo nazionale.

I canali generalisti sono morti, lo dicono anche i dati, mentre quelli specialistici sono in crescita.
Fino a quando non si applicheranno questi criteri, gli Italiani si vedranno sottrarre grandi risorse economiche per gl'interessi di pochi, continueranno a essere disinformati e l'azienda Rai che ha gravi e ingenti perdite,continuerà a perdere valore sul mercato fino all'inesorabile fallimento.

Qui il video: a 1:57:52 l'intervento del capogruppo M5S in Commissione di Vigilanza Alberto Airola.

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/rai/2013/10/airola-rai.html

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